I Masai sono forse il popolo più famoso del Kenya. Alti, statuari, perfino eleganti per il loro portamento, per i loro monili e con quei drappi rosso-colorati sono ormai ridotti ad una minoranza (meno di 500.000). Discendenti del gruppo nilota, sono sempre stati dei pastori: “Spero che il tuo bestiame sia florido…” è un loro tipico saluto. In passato erano temuti come dei formidabili guerrieri.. La lancia, il pugnale ed una mazza dalla testa arrotondata erano e sono le loro armi tradizionali. Credevano nel Dio della pioggia, Ngai, cui chiedevano di garantire cibo per il loro bestiame. Nomadi, si nutrivano con una mistura tra sangue e latte bovino. Poligami, vivono tuttora nei loro villaggi anche se magari con il telefonino o l’orologio al polso. Il termine Masai viene dalla lingua che usano: il Maa. Sono tutelati da un’associazione la Masai Environmental Resource Coalition i cui legali si battono per la conservazione degli usi e dei costumi tradizionali. All’associazione è riconosciuta una quota sui biglietti d’ingresso ai parchi quale indennizzo per i loro terreni che furono loro tolti nel tempo per la realizzazione delle riserve animali.
L’etnia più numerosa è la Kikuyu (4.500.000) che vive nella zona centrale del Kenya. Oggi è la razza dominante. Protagonisti nella battaglia per l’indipendenza del Kenya, rappresentano il 20% della popolazione. E’ uso ancora oggi pagare al padre della futura sposa una sorta di indennizzo e chiedere in moglie una Kikuyu magari istruita per un keniota è un vero e proprio investimento.
Un altro gruppo molto numeroso sono i Luhya (3.000.000) che, occupando tre distretti, popolano la provincia occidentale. Il ceppo nilotico è rappresentato dai Luo (2.800.000), popolo originario dalla zona che oggi è il Sudan. Amanti della musica, si vestono con ornamenti coloriti ed accurati. Sono abili contadini anche se si trovano a svolgere la loro attività in zone non certo favorevoli.
Tra le tribù originarie del Nilo, i Luo sono la terza per numero e vivono sulle coste del Lago Victoria. Un tempo erano nomadi come i Masai ed allevavano il bestiame, si stabilirono sul Lago Victoria circa 500 anni fa e diventarono pescatori ed agricoltori.
Poi ci sono i Kalenjin (2.900.000) che vivono nella provincia della Rift Valley. Agricoltori, sono particolarmente legati alle proprie tradizioni. Una curiosità: molti dei più abili atleti kenioti, d’assoluto valore nella corsa sulla media-lunga distanza, appartengono a questo ceppo etnico.
Tra le rappresentanze più rilevanti poi ci sono i Kamba (2.500.000), i Kisii (1.300.000) ed i Meru (1.100.000).
Un altro popolo di origine Masai è il Samburu. Anche loro sono ormai una minoranza etnica (poco meno di 100.000). Pastori e di natura nomade, furono chiamati così in virtù del soprannome che dettero loro i Masai, per una borsa che usano portarsi dietro.
Lungo la costa l’etnia che s’incontra più frequentemente sono i Giriama, un popolo schiavo dei Galla, che fu lasciato su queste terre. Si tratta di persone prevalentemente miti, facili all’apprendimento di qualunque uso e costume.
Sempre sul mare, molti gli Indiani che si sono stabiliti in Kenya ormai da decine e decine di anni. Alcuni arrivarono con gli Inglesi, che li reclutarono per la costruzione della famosa Ferrovia. Altri decisero di attraversare il mare causa le ricorrenti carestie che funestavano il loro Paese. Fatto è che la gran parte della comunità indiana (lungo la costa per la maggior parte di religione musulmana) regge la rete commerciale della zona.